Embodied Flow è una scuola di yoga e movimento, fondata dai miei insegnanti Tara Judelle e Scott Lyons. Mi sono avvicinata a questo approccio nel 2015 e da allora, per me, questa è la mia pratica, il tipo di yoga che voglio portare nel mondo.
In breve: questo sistema, altamente trasformativo, unisce la filosofia tantrica non duale, lo hatha yoga (lo yoga che ha come punto di partenza il corpo), discipline somatiche, psicologia transpersonale, meditazione, per dare al praticante un senso di grande agio, libertà, creatività, forza. Corpo, mente e spirito lavorano insieme e tutti i livelli dell’essere umano sono coinvolti. Una descrizione più approfondita sul sito di Embodied Flow.
Quello che ha significato per me Embodied Flow è stata la fine di una pratica yoga che dava un sacco di risposte preconfezionate, a favore di una esplorazione che mi invitasse continuamente a fare domande. La fine di una attitudine di grande sforzo, a favore di un approccio così sensibile e intelligente che mi ha permesso di fare le stesse cose, ma meglio, con meno sforzo, più agio, più consapevolezza. Se in altri approcci le istruzioni dell’insegnante sono molto esplicite e direttive, in Embodied Flow il facilitatore invita e guida il praticante a sentire sé stesso e a fare emergere la postura dall’interno, anziché “aggiustare” dall’esterno. Sorprendentemente questo ha un grande effetto sull’abilità che si acquisisce nell’entrare nelle posture, la libertà mentale, l’autodeterminazione dell’allievo e il suo allineamento che, lo ricordo, è un termine relazionale: ci si allinea a qualcosa. A cosa mi voglio allineare?
Il cambio di prospettiva sta nel fatto che corpo non è qualcosa da trascendere, ma il mio strumento di risveglio, il corpo è vissuto, abitato, non ho un corpo, ma sono, anche, un corpo, portatore di complessità e molteplicità, sono presente a tutti i tantissimi livelli di me, fisici e sottili, che sono iscritti nella parola corpo. E’ questo che intendiamo quando si parla di embodiment.
Embodied Flow ha significato per me anche la fine della separazione tra meditazione e movimento, posso meditare seduta immobile, ma la mia meditazione può anche essere azione. Ha esplicitato la necessità di incarnare gli insegnamenti filosofici, che non sono, solo, parole da leggere tra le pagine di un testo.
La parola flow totale immersione, coincidere di essere e fare, è l’esperienza ottimale che vorremmo perseguire durante la pratica. Uno stato di coscienza modificato e presenza ininterrotta momento dopo momento, nel quale il tempo lineare sfuma, ci si muove in assenza di sforzo, riconnettendosi al flusso dell’energia creativa che ci attraversa.